Sindrome di Asperger: in che modo la fotografia può aiutare

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Sindrome di Asperger

Riuscire a definire in modo completo la sindrome di Asperger non è cosa facile. Non siamo qui per identificarla, bensì per parlare di un legame interessante con il mondo della fotografia. Chi ha la sindrome di Asperger si trova a fare i conti con una condizione specifica che non può però essere definita come una malattia mentale. Nel caso di un bambino è possibile riscontrare un repertorio limitato di azioni e gesti, oltre a una scarsa empatia. Tendono a non riconoscere facilmente le interazioni sociali affettive e magari manifestano il bisogno di ottenere affetto.

Come tutte le forme di autismo è diagnosticata nella prima infanzia e più in generale nell’età evolutiva, ma nei casi diagnosi tardiva giunge in età adulta. Sono stati effettuati moltissimi studi in merito a questa sindrome, al fine di trovare un programma specifico per aiutare i bambini e i adolescenti a migliorare le manifestazioni emotive. E durante la fase di ricerca e analisi è emerso quanto possa essere importante il ruolo della fotografia per gli Asperger. Vediamo il motivo!

Cosa comporta questa sindrome

  • Ridotto numero di interessi;
  • Difficoltà nelle interazioni sociali;
  • Ricerca di ripetitività e di una routine ben precisa.

A livello di competenze, sia a scuola che nel lavoro, possono mostrare capacità brillanti grazie a un pensiero visivo molto sviluppato. Un Asperger potrebbe mostrare grande sensibilità a colori, sapori, suoni e luci. Hanno inoltre grande capacità di associazione per immagini poiché la loro memoria fotografica spontanea è illimitata. Ma che cosa può fare la fotografia?

Sindrome di Asperger: qual è il ruolo della fotografia

Quando un fotografo vuole realizzare uno scatto deve considerare sempre ciò che sta pensando e le emozioni che prova. Molte volte si troverà a dover cambiare il modo in cui sente o pensa, per riuscire a concentrarsi. La concentrazione e l’uso dell’emotività sono la chiave per cambiando prospettiva di visione. Pensare a un sentimento può essere quindi facile, ma serve capire in che modo catturarlo con una fotocamera.

Se la fotografia è infatti usata ad hoc, può aiutare a riconoscere uno stato emotivo, ma anche a comunicarlo. Non a caso quando guardiamo una foto emozionale ognuno di noi può avere una reazione particolare e sentirà emergere delle sensazioni. Questo porta a viverle per la prima volta o a riviverle.

Fare in modo che un bambino segua un percorso formativo adeguato (esistono online corsi di fotografia emozionale come questo, svolto da fotografi professionisti) può aiutare a lavorare sui punti deboli di un Asperger, formando la cosiddetta intelligenza emotiva. Ciò comprende quindi lo sviluppo di una consapevolezza emotiva, dell’empatia e dell’autocontrollo. Tutto questo aiuta a creare autostima nel soggetto, migliorare l’immagine di se e lavorare attivamente sul concetto di identità.

Considerazioni finali

Ovviamente non siamo qui a fare diagnosi o proporre terapie, poiché non è il campo che ci compete e inoltre ci sono esperti professionisti che sanno svolgere al meglio il proprio lavoro rispetto alla sindrome di Asperger. La nostra è invece una riflessione su un ruolo chiave rappresentato proprio dall’uso della fotografia. Non potendo essere curata la sindrome di Asperger, poiché non è una malattia, dovrà essere gestita attraverso dei percorsi precisi per migliorare le relazioni sociali di un bambino.

Allenare quindi l’occhio a vedere oltre la semplice immagine in sé, permette di interagire con i propri sentimenti e stimolare l’emotività. In alcuni casi anche un oggetto normalissimo, che magari vediamo tutti i giorni, può diventare fonte di gioia. Bisognerà però lavorare sulla registrazione dell’immagine positiva di questo oggetto nella mente. Si tratta di una forma di allenamento sensoriale che aiuterà così a riconoscere la gioia ed esprimerla agli altri.